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Difendo il pianeta dalle collisioni di asteroidi

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“Ci sono centinaia di milioni di asteroidi nel Sistema Solare, la maggior parte dei quali si trova nella fascia principale tra le orbite di Marte e Giove. Ma alcuni di questi asteroidi, sia attraverso collisioni, sia attraverso effetti gravitazionali o altri processi, finiscono in nuove orbite che si avvicinano o attraversano l’orbita terrestre. Attualmente, gli astronomi pensano che ci siano più di 36.000 di questi asteroidi vicini alla Terra, e almeno 2.400 di questi sono considerati potenzialmente pericolosi, perché potrebbero colpire la Terra.

Faccio parte della missione Near-Earth Object Surveyor della NASA, che mira a rilevare e caratterizzare il 90% degli asteroidi vicini alla Terra con un diametro superiore a 140 metri. Il primo passo è capire dove si trovano, ma è anche importante caratterizzarli e comprendere il loro processo di frammentazione in modo che gli scienziati possano progettare strategie per la deviazione e l’interruzione, se necessario.

Insieme alla mia ricerca, trascorro molto tempo insegnando astronomia e organizzando eventi di sensibilizzazione attraverso il mio ruolo di coordinatore dell’Osservatorio Astronomico presso l’Università di Porto Rico a Humacao. In questa foto sono accanto al telescopio da 14 pollici dell’osservatorio. Sebbene sia molto più piccolo dello strumento da 42 pollici che utilizzo per le mie ricerche, è un ottimo strumento per connettere le persone con l’Universo. Adoro vedere come si emozionano i bambini e gli adulti quando guardano per la prima volta attraverso un telescopio e vedono gli anelli di Saturno o le lune galileiane di Giove.

Fin dalla tenera età ho amato l’astronomia e guardare documentari spaziali. Al liceo ho fondato un club di astronomia e ho visitato gli osservatori vicini, incluso quello in cui lavoro adesso. Sono così fortunato ad aver finito per fare un lavoro che mi appassiona. Anche adesso, non credo che quella liceale avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe lavorato ad una missione della NASA”.

Questa intervista è stata modificata per motivi di lunghezza e chiarezza.

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