Un museo dedicato allo stravagante poeta e autore satirico britannico Lord Byron aprirà a Ravenna, ospitato nello stesso edificio in cui ebbe un’intensa relazione con la moglie di un aristocratico e completò alcune delle sue opere più famose.
Byron si trasferì sfacciatamente nel 1819 a Palazzo Guiccioli, di proprietà del marito della contessa Teresa Guiccioli, che incontrò ad una festa a Venezia.
L’estesa residenza nel cuore della città è stata restaurata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e dal 29 novembre i visitatori potranno passeggiare tra le stanze dove si svolse la storia d’amore e dove si diede da fare per completare capolavori tra cui Don Giovanni, Sardanapalo, La profezia di Dante e il canto finale del Pellegrinaggio di Childe Harold.
In una delle stanze sono conservati i pegni d’amore custoditi dalla contessa, tra cui lettere, gioielli, ciocche dei capelli ricci del poeta e frammenti della sua pelle bruciata dal sole.
Il museo sarà in parte dedicato al Risorgimento, il movimento italiano per l’unificazione del XIX secolo, a causa dei collegamenti di Byron con figure coinvolte con i Carbonari, una rete informale di società rivoluzionarie segrete che hanno avuto un ruolo nel processo di unificazione.
“L’idea è quella di collegare tre aspetti di ciò che Lord Byron era: il poeta, l’amante e la persona orientata alla libertà”, ha detto Fabio Ricci, portavoce della stampa del museo.
Byron morì nel 1824 in quella che oggi è la Grecia. Ebbe diverse avventure durante la sua vita ma la contessa fu il suo ultimo grande amore.
“L’amore per Teresa ha portato Byron a trasformarsi e, senza diventare santo, ha cambiato vita”, ha detto Antonio Patuelli, presidente della fondazione.
I visitatori del museo, che secondo la fondazione è l’unico al mondo specificatamente dedicato a Byron, potranno anche rivivere le esperienze del poeta in Italia e conoscere cosa c’era nel Paese che lo ispirò, grazie alla tecnologia di realtà virtuale interattiva .
Byron fuggì dall’Inghilterra per l’Europa continentale nel 1816, lasciando dietro di sé una scia di affari scandalosi e debiti, per non tornare mai più. Viaggiò in Belgio e Svizzera, oltre che a Venezia e Roma, prima di tornare a Venezia nel 1819, dove incontrò la contessa. È stato amore a prima vista e la coppia aveva pensato di fuggire prima di stabilirsi nella casa coniugale di lei. La seguì poi a Pisa nel 1821.
Durante la sua permanenza a Ravenna, Byron ricevette visite dai suoi amici, Percy Bysshe Shelley, considerato anche uno dei maggiori poeti romantici inglesi, e dallo scrittore e poeta irlandese Thomas Moore.
Byron fu descritto dalla scrittrice Caroline Lamb, con la quale ebbe anche una relazione, come “pazzo, cattivo e pericoloso da conoscere”. Era conosciuto dai ravennati come “l’inglese pazzo”.
Nel 1823 lasciò l’Italia per la Grecia, dove si unì agli insorti che combattevano la guerra d’indipendenza contro l’impero ottomano. Morì di febbre a Missolonghi nell’aprile 1824, all’età di 36 anni, ed è sepolto nella tomba di famiglia nel Nottinghamshire.