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I gamberi di mantide hanno il pugno più veloce del mondo: ecco come sopravvivono i loro arti

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Un colorato gambero di mantide raffigurato in una barriera corallina al largo della costa Sulawesi nel Pacifico meridionale.

I gamberi di mantide possono sfruttare le proiettili della preda con il suo potente sciopero. Credito: Johnandersonphoto/Getty

Uno dei crostacei più temibili del mondo si è evoluto per fornire pugni mortali alla sua preda senza danneggiare il proprio corpo – e ora gli scienziati hanno mostrato come. Uno studio pubblicato il 6 febbraio in Scienza1 Rivela che l’arto punzonatura dei gamberi di mantide-noto come Dactyl Club-ha una struttura a più strati che gli consente di assorbire le onde d’urto che genera quando si rompono i gusci di molluschi o altri crostacei.

I risultati potrebbero fornire ispirazione per la progettazione di materiali artificiali con proprietà utili, afferma il co-autore dello studio Maroun Abi Ghanem, un fisico del CNRS che studia biomateriali all’Università di Lione, in Francia. Questi potrebbero essere usati per realizzare impianti chirurgici in grado di raccogliere energia trasmessa attraverso il tessuto sotto forma di ultrasuoni o filtri meccanici per telefoni cellulari e altri elettronici.

Costruzione di chitinni

Abi Ghanem e i suoi colleghi hanno analizzato il club dei gamberi di mantide di pavone (Odontodactylus scyllarus), una specie originaria degli oceani indiani e del Pacifico.

L’esoscheletro del club, che contiene un polimero naturale chiamato chitina e un minerale contenente calcio simile a quello nelle ossa e nei denti umani, ha tre strati. Lo strato intermedio è costituito da fibre di chitina organizzate in quella che è nota come una “struttura bouligand”. In questo strato, le fibre sono disposte come fasci di matite che si ventano, in modo che un punto verso gli strati esterni, alcune sono parallele a loro e alcune sono ad angolo nel mezzo. Gli orientamenti delle fibre non sono casuali, ma variano in modo periodico che ripete ogni 500 micrometri circa.

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