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I gay possono formarsi come preti ma devono essere celibi, dicono i vescovi italiani | cattolicesimo

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Gli uomini gay potranno formarsi come preti nei seminari cattolici romani, purché osservino il celibato, secondo le nuove linee guida annunciate dalla Conferenza episcopale italiana (CIE).

La decisione segna un cambiamento rispetto alla visione precedentemente sostenuta da Papa Francesco secondo cui gli uomini gay non dovrebbero essere ammessi nei seminari a causa del rischio che conducano una doppia vita.

Secondo le linee guida, la cosa più importante per gli aspiranti sacerdoti è mostrare “un orientamento alla vita celibe”.

«Nel processo formativo, quando si fa riferimento alle tendenze omosessuali, è opportuno non ridurre il discernimento solo a questo aspetto», ha affermato venerdì il CIE, aggiungendo che «l’obiettivo della formazione al sacerdozio nella sfera affettivo-sessuale è l’abilità [to] accogliere la castità nel celibato come un dono, per sceglierla liberamente e viverla responsabilmente”.

Tuttavia, ha ribadito che, mentre la Chiesa cattolica “rispetta profondamente le persone in questione”, gli uomini gay sessualmente attivi non possono essere ammessi ai seminari o ad altri ordini sacri.

Papa Francesco è stato costretto a chiedere scusa nel maggio dello scorso anno per aver usato un insulto offensivo durante una discussione con i vescovi sull’ammissione degli uomini gay nei seminari.

Le rare scuse papali hanno fatto seguito a notizie apparse sulla stampa italiana secondo cui il pontefice aveva detto che c’era già troppo”frociaggine” in alcuni seminari. La parola italiana si traduce approssimativamente come “frocio”. Nelle sue scuse, il papa ha affermato che “non ha mai avuto intenzione di offendere o esprimersi in termini omofobici”.

Dopo l’incidente, il quotidiano Il Messaggero ha pubblicato una lettera di Lorenzo Michele Noè Caruso, un 22enne che diceva di essere stato escluso da un seminario perché gay e descriveva una cultura di “clericalismo tossico ed elettivo”. Il papa avrebbe risposto invitando il giovane ad “andare avanti” nella sua ricerca vocazionale.

Da quando è stato eletto papa nel 2013, Francesco ha cercato di adottare un tono più inclusivo nei confronti delle persone LGBTQ+ nelle sue dichiarazioni pubbliche, con grande disprezzo dei cardinali conservatori.

Poco dopo essere diventato papa, in risposta a una domanda sui preti gay, ha detto: “Chi sono io per giudicare?”

Nel dicembre 2023 ha approvato una sentenza che consente ai sacerdoti di benedire le coppie non sposate e dello stesso sesso, segnando un significativo cambiamento di posizione per la Chiesa cattolica.

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