La donna più pagata della Gran Bretagna, la miliardaria di Bet365 Denise Coates, si è tagliata lo stipendio del 45%, ricevendo l’anno scorso 150 milioni di sterline tra stipendio e dividendi nonostante l’impennata dei profitti della società di gioco d’azzardo online.
L’azienda con sede a Stoke ha registrato un aumento del fatturato da 3,4 miliardi di sterline a 3,7 miliardi di sterline lo scorso anno, riducendo allo stesso tempo i costi e beneficiando di un guadagno una tantum sul valore dei suoi investimenti.
Questi tre fattori hanno catapultato la società a un utile ante imposte di 626 milioni di sterline nell’anno terminato alla fine di marzo 2024, rispetto a una perdita ante imposte di 60 milioni di sterline dell’anno precedente.
Coates è nota in parte per le sue buste paga da record, che hanno superato i 2 miliardi di sterline durante il suo periodo alla guida di Bet365, un impero del gioco d’azzardo online che ha trasformato da una catena di negozi di scommesse di proprietà di suo padre, Peter.
La 57enne, che si è definita la “giocatrice d’azzardo per eccellenza”, quest’anno si è pagata 95 milioni di sterline e ha anche diritto ad almeno la metà del dividendo di 110 milioni di sterline che la società ha pagato, sulla base della sua partecipazione azionaria di oltre 50 %.
Il pagamento totale di 150 milioni di sterline è notevolmente inferiore rispetto all’anno precedente, quando si era aggiudicata 270 milioni di sterline, e molto al di sotto dei 466 milioni di sterline raccolti nel 2020. Nel 2021, Coates ha raccolto 300 milioni di sterline.
Il gruppo ha anche donato 120 milioni di sterline alla Denise Coates Foundation, un ente di beneficenza da lei fondato e controllato dai membri della famiglia Coates e dai loro dipendenti. La somma è un quinto in più rispetto ai 100 milioni di sterline donati alla fondazione lo scorso anno.
Nel mese di ottobre, un’analisi del Guardian ha scoperto che le donazioni potrebbero aver fatto risparmiare all’impero del gioco d’azzardo online di Coates più tasse di quanto la fondazione abbia mai donato per buone cause.
La fondazione ha precedentemente affermato che ha bisogno di costituire grandi riserve in modo da poter essere autosufficiente a lungo termine, piuttosto che fare affidamento sui continui contributi dell’azienda.