La polizia italiana ha smantellato una rete europea di contraffazione sospettata di produrre sofisticate repliche di opere di alcuni degli artisti più famosi del mondo, tra cui Banksy, Pablo Picasso, Andy Warhol e Gustav Klimt.
Trentotto persone sono state indagate in Italia, Spagna, Francia e Belgio con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento di beni rubati, contraffazione e vendita illegale di opere d’arte. Lo hanno riferito lunedì in un comunicato congiunto la Polizia dell’arte italiana e la Procura di Pisa.
L’indagine è iniziata l’anno scorso quando la polizia italiana dell’arte sequestrò 200 pezzi contraffatti della collezione di un uomo d’affari nella città toscana di Pisa che includevano una copia di un disegno del pittore italiano Amedeo Modigliani.
Quella scoperta ha portato gli investigatori a scoprire sei laboratori di falsificazione, di cui due in Toscana, uno a Venezia e tre in altre parti d’Europa. Gli indagati hanno prodotto per lo più copie di opere di Warhol e Banksy prima di stringere accordi con diverse case d’asta italiane.
Hanno anche organizzato due mostre di Banksy con catalogo pubblicato in prestigiose location a Mestre, vicino Venezia, e Cortona in Toscana.
In totale sono state sequestrate più di 2.100 opere false per un potenziale valore di mercato di circa 200 milioni di euro (165 milioni di sterline).
“L’attività svolta ha consentito di far luce su un sistema transnazionale di falsari interconnessi con case d’asta compiacenti”, ha affermato il procuratore capo di Pisa, Teresa Angela Camelio.
Camelio ha detto che gli esperti dell’archivio di Banksy che hanno collaborato alle indagini hanno considerato l’operazione di lunedì come “il più grande atto di protezione del lavoro di Banksy”.
Il Pest Control Office, l’organismo ufficiale che rappresenta l’artista, non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento. Sul suo sito web si afferma che la contraffazione è comune e invita le persone che vogliono acquistare pezzi di Banksy a fare attenzione ai “falsi costosi”.
Camelio ha affermato che se la polizia non avesse scoperto la rete, le opere avrebbero potuto essere vendute a prezzi “vicini alle opere originali degli artisti”, un’eventualità che “avrebbe sicuramente cambiato in modo significativo il mercato delle aste”.
Altri artisti presumibilmente falsificati includevano giganti dell’arte del XIX e XX secolo come Claude Monet, Vincent van Gogh, Salvador Dalí, Henry Moore, Joan Miró, Giorgio de Chirico, Marc Chagall, Francis Bacon, Paul Klee e Piet Mondrian.
Le opere del modernista italiano Modigliani sono particolarmente vulnerabili alle contraffazioni. In un caso separato, un disegno attribuito all’artista, che stava per essere venduto per 300.000 euro, è stato sequestrato dalle autorità di Venezia all’inizio di quest’anno dopo che l’unità di protezione culturale della città aveva rivelato che era un falso.
Nel 2017, la polizia ha chiuso una mostra di Modigliani a Genova dopo che un esperto aveva concluso che almeno 20 dei 21 dipinti esposti erano falsi.
Nel 1984, tre teste di marmo ripescate in un canale a Livorno furono salutate dall’artista come capolavori perduti da tempo, prima che si scoprisse che erano state scolpite da tre studenti per scherzo.