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Il rumore dell’umanità è il nemico del mondo naturale

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Storia naturale del silenzio Jerome Sueur Politica (2024)

“Shhh!” Questa è la richiesta che il ricercatore di eco-acustica Jérôme Sueur fa all’umanità. Il racket della tecnologia, proveniente da navi, aeroplani, macchinari e altro ancora, permea anche gli angoli più remoti del pianeta.

Sueur esplora l’impatto di questo ronzio sempre presente sul mondo animale Storia naturale del silenzio. Offre ricche descrizioni della vita sonora di diverse specie, come il cinguettio ritmico delle cicale durante l’accoppiamento e i suoni scoppiettanti e scoppiettanti prodotti nelle barriere coralline. Quando il rumore prodotto dall’uomo soffoca la sinfonia della natura, gli ecosistemi vengono sconvolti, sostiene Sueur. Ad esempio, esperimenti intorno all’isola di Moorea, nella Polinesia francese, mostrano che il rumore dei motoscafi disturba i coralli giovani che nuotano liberamente, che si affidano ai suoni della barriera corallina per trovare un luogo adatto dove stabilirsi. Nelle aree più tranquille e protette, l’attrazione dei coralli sulle barriere coralline è molto maggiore (D. Lecchini et al. Sci. Rappresentante. 89283; 2018).

Chiunque sia nuovo alla scienza del suono potrà apprenderne le basi in questo libro. Sueur spiega come gli animali creano, usano e percepiscono il suono e come i ricercatori hanno utilizzato questa conoscenza per comprendere il comportamento della fauna selvatica. Nascosto tra capitoli in stile diario di viaggio e vagabonde riflessioni filosofiche, c’è un manuale su termini e teorie chiave, come l’ipotesi della nicchia acustica, che presuppone che ogni specie abbia uno spazio acustico unico per migliorare la comunicazione con i suoi simili e limitare la concorrenza sonora da parte di altre specie. specie. Il libro include anche una breve storia evolutiva di come gli animali hanno sviluppato la capacità di inviare e ricevere vibrazioni.

Stai in silenzio e sintonizzati

La tesi di Sueur è questa: il silenzio è una risorsa cruciale, come il cibo o l’acqua, per la quale le specie competono per sopravvivere. “Produrre suoni è una parte essenziale dell’essere vivi”, scrive. Ma gli esseri umani devono “assicurarsi di non essere più vivi degli altri”.

Sueur offre consigli pratici su come farlo. Studente degli scritti del naturalista John Muir e del poeta Walt Whitman, incoraggia i lettori a cercare la solitudine in un luogo remoto per cogliere il profondo valore di abbassare il rumore. Resta in silenzio e sintonizzati, scrive, perché la meditazione di un naturalista si concentra sul mondo esterno piuttosto che su quello interno. Il libro inizia con una di queste escursioni – una passeggiata invernale sulle montagne della Chartreuse in Francia – dove, scrive Sueur, “per la prima volta ho sperimentato il silenzio in un mondo naturale brulicante di vita”.

Il passero dalla corona bianca canta mentre riposa su un lupino viola nel mezzo di un colorato giardino fiorito.

Gli uccelli (come il passero dalla corona bianca, nella foto) hanno bisogno di cantare più forte per essere ascoltati nel rumore del traffico vicino.Credito: Kurt Stricker/Getty

Il tema centrale del libro ruota attorno al concetto di Umweltparola usata dal biologo tedesco Jakob von Uexküll per riferirsi al mondo sensoriale unico di ogni specie, modellato dai suoi organi sensoriali. Quello di un animale Umwelt è la fetta limitata del mondo che può percepire e definisce il suo ambiente immediato. Sueur suggerisce che il rumore costante sconvolge la percezione del mondo di molte specie e ostacola la capacità delle persone di provare empatia per gli altri. Poiché il rumore “si intromette”, ci isola dai ritmi naturali dell’ecosistema.

La foresta di Risoux, un’area protetta nel Giura al confine tra Francia e Svizzera, ne è un ottimo esempio. Lì, il gallo cedrone (Tetraste Bonasia) e la civetta nana eurasiatica (Glaucidium passerinum) volano, e così fanno anche gli aerei in un “assalto fisiologico e psicologico che si ripete ogni cinque minuti”, scrive Sueur. “Lassù le compagnie aeree, i piloti, i turisti, a volte anche noi stessi, stanno contaminando un’intera foresta senza rendersene conto e passano senza nemmeno un gesto di scusa”.

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