Dettagli spaventosi sugli antichi sacrifici di bambini, la mappa di una città perduta in Amazzonia e la risposta a un mistero di Stonehenge sono solo alcuni degli approfondimenti di quest’anno sulla storia umana.
Cervelli d’altri tempi
La scoperta di un cervello umano in un sito archeologico è più comune di quanto si possa pensare. Un nuovo archivio cataloga circa 4.400 cervelli antichi che sono stati trovati essiccati, congelati o altrimenti conservati (SN: 19/03/24). Forse il cervello deve una robustezza così sorprendente alla sua composizione chimica.
Arti e mestieri antichi
L’arte rupestre più antica delle Americhe potrebbe essere un insieme di pitture rupestri in Argentina che risalgono a circa 8.200 anni fa (SN: 9/3/24, pag. 16). È diverse migliaia di anni più antica di altre opere d’arte rupestre della regione. I quasi 900 dipinti in una grotta chiamata Cueva Huenul 1 – che includono forme geometriche e figure di esseri umani e animali – potrebbero aver contribuito a preservare la conoscenza culturale attraverso generazioni di cacciatori-raccoglitori.
Eredità dei pastori
I pastori Yamnaya provenienti dall’Asia sud-occidentale hanno riscritto la storia genetica dell’Europa a partire da circa 5.000 anni fa, secondo il DNA di oltre 1.600 popoli antichi (SN: 2/10/24, pag. 14). I nordeuropei potrebbero dover ringraziare gli antenati Yamnaya per la loro statura più alta e la pelle più chiara, nonché per la loro vulnerabilità alla sclerosi multipla. Gli europei dell’Est, nel frattempo, potrebbero aver ereditato una variante del gene Yamnaya legata al morbo di Alzheimer.
Ergonomia egiziana
Chinarsi sui rotoli ha avuto un impatto negativo sugli antichi scribi egiziani (SN: 27/06/24). Gli scheletri di 30 scribi sepolti nel complesso piramidale di Abusir mostrano segni di artrite e altri danni dovuti a una cattiva postura.
Il centrotavola scozzese di Stonehenge
La misteriosa pietra dell’altare nel cuore di Stonehenge probabilmente proveniva dalla Scozia (SN: 14/08/24). Precedentemente pensata per condividere le origini gallesi di altri blocchi di Stonehenge, la pietra si avvicina molto alla composizione minerale del bacino delle Orcadi, una formazione rocciosa scozzese.
La giornata terribile, orribile, niente di buono, molto brutta di Pompei
La famigerata apocalisse di Pompei fu peggiore di quanto si pensasse. Quando il Vesuvio eruttò nel 79 d.C., non si limitò a ricoprire le città vicine con gas caldi, ceneri e rocce letali, ma scatenò anche terremoti mortali, secondo uno studio sugli edifici crollati e sugli scheletri frantumati rinvenuti (SN: 07/08/24).
Maya si sacrifica senza maschera
I sacrifici di bambini in una camera sepolcrale Maya nella penisola dello Yucatan erano tutti giovani ragazzi, mostra il DNA, ribaltando una teoria secondo cui le donne venivano sacrificate lì in rituali di fertilità (SN: 6/12/24). I ragazzi, sacrificati tra il 500 e il 900 d.C., potrebbero essere stati uccisi per placare un dio della pioggia.
Non più una città perduta
Le scansioni laser hanno svelato il primo e il più grande complesso urbano conosciuto in Amazzonia (SN: 11/01/24). Sotto gli alberi della valle Upano, in Ecuador, si trovano migliaia di tumuli che un tempo erano case e spazi comunitari, insieme a resti di strade e fattorie. Abitata dal 500 a.C. circa al 1500 d.C., la città mostra quanto sofisticate fossero le civiltà amazzoniche molto prima della conquista europea.
La X segna il punto
In un raro caso di scorrimento produttivo dei social media, un ricercatore ha identificato parte dell’alfabeto di una civiltà perduta in una foto di una lavagna incisa pubblicata su X (SN: 24/06/24). Rinvenuta in Spagna, l’ardesia appartiene alla civiltà Tartesso, scomparsa nel V secolo aC. Il sistema di scrittura è legato all’alfabeto fenicio che ha plasmato la scrittura latina, spagnola e inglese.
L’agricoltura non era inevitabile
Un gruppo di cacciatori-raccoglitori dell’età della pietra conosciuti come Iberomaurusiani ha seguito per millenni una dieta prevalentemente vegetariana a base di piante selvatiche. E lo hanno fatto senza mai coltivare quelle piante come colture, secondo un’analisi di ossa e denti umani di circa 15.000 anni fa rinvenuti in una grotta in Marocco (SN: 01/06/24, pag. 14). Questi risultati mettono in discussione l’idea tradizionale secondo cui le diete a base vegetale portano gli esseri umani a coltivare il proprio cibo.
L’idea del boom demografico è un fallimento
Contrariamente alla credenza popolare, i primi coloni polinesiani di Rapa Nui, ovvero l’Isola di Pasqua, potrebbero non aver subito un boom demografico che distrusse la loro civiltà e l’ambiente dell’isola. Le indagini sul terreno e i dati satellitari suggeriscono che gli isolani polinesiani arrivati circa 800 anni fa avviarono un sistema agricolo modesto e mantennero una popolazione stabile di meno di 4.000 abitanti fino all’arrivo degli europei 300 anni fa.SN: 8/10/24, pag. 14).